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Lia

Ciao Lia,
Prima di andare ti meriti quanto di meglio io possa fare. Poi, promesso, divani e cuscini saranno lì tutti solo per te.
In questi anni di saluti, addii ed elogi, ne ho purtroppo fatti molti, e bene o male le parole mi uscivano sempre, alcune pesanti come macigni, altre leggere come leggera era la vita che se ne era andata.
Ora preferirei scappare lontano piuttosto di fare quello che sto facendo, chiudere la porta e andarmene via.
Riavvolgere tutto, a qualche giorno fa.
Sono tenuta insieme da nastro adesivo, uno anche di scarsa qualità.
Perché non posso e non potrò mai accettare di averti persa in 5 giorni.
Abbiamo avuto tutti le mani legate.
Schiacciati da un destino ormai scritto da quella diagnosi, ed impotenti su ogni fronte.
Non sono serviti a nulla i tentativi e le migliaia di euro, ma lo sai bene che, ci fosse stata una cura, saremmo andati in capo al mondo per fartela avere.
Vorrei spegnere il telefono e chiudermi nel mio dolore, ma te lo devo con tutta me stessa.
Posso raccontare che hai vissuto esperienze che la maggior parte dei cani si sogna la notte.
Posso raccontare quante e quali avventure abbiamo vissuto insieme.
Posso raccontare le nuotate al mare, con impastamenti nella sabbia che per lavarti ci si metteva due ore, oppure l'acqua gelida dei torrenti nei quali camminavi fiera e maldestra come sempre.
Posso raccontare i tanti gattini che prendevi sotto la tua zampa, sembrando un elefante accanto a loro.
Posso raccontare quanti cuccioli hai incontrato, giocandoci e socializzandoli con una pazienza infinita.
Posso raccontare i mesi del mercatino natalizio Adan di Abano, dove per tutti i bambini eri il cane di babbo natale, e posso raccontare anche, quanto sul cazzo ti stessero quegli stessi bambini.
Posso raccontare le settimane gelide, quando per raccogliere qualche soldo ci veniva a mancare la circolazione perché tu, da buon cane nordico, non ci lasciavi il posto davanti la stufetta manco morte e morire.
Posso raccontare i giochi sfrenati dove puntualmente la tua scarsa eleganza, ti faceva cadere al suolo che una foca aveva più coordinazione.
Posso raccontare i viaggi, le città, i posti visitati insieme a te.
Così come posso raccontare la tua fantastica pazienza, il tuo equilibrio, la tua tolleranza verso tutto e tutti.
Le due eccezionali doti.
Posso raccontare lo sguardo attonito dei mici di Gattolandia quando ti hanno vista davanti al loro recinto.
Posso raccontare la gioia di un film con te accanto sul divano, che ci rimanevano due centimetri di spazio vitale, ma andava bene lo stesso.
Posso raccontare le torte rubate dal tavolo.
I pezzi di pane scomparsi in circostanze misteriose.
Posso raccontare le nuotate e le passeggiate in mezzo ai colli.
La tua bava che a 2000 metri si é congelata.
Posso raccontare la tua immensa pigrizia, dove se ti si portava fuori mezz'ora prima del solito, sbadigliavi senza fine.
Posso raccontare gli abbracci, le coccole, gli spanciamenti infiniti perché le coccole non erano mai abbastanza.
Posso raccontare come ti adattatavi ad ogni contesto, ad ogni situazione.
Posso raccontare quando hai assistito ad una laurea in un palazzo storico, che ci continuiamo a vedere ancora gli sguardi attoniti della gente mentre russavi.
Posso raccontare quando in treno abbiamo viaggiato in piedi nel vano bagagli perché tu dalla porta, nemmeno ci passavi.
Posso raccontare il momento di autismo che ti era preso con le porte scorrevoli in aeroporto.
Posso raccontare le centinaia di persone conosciute nel tuo cammino, e l'immancabile e nauseante, "è un san Bernardo?"
I volti che ti sei fatta amica.
Le migliaia di foto nei cellulari della gente, che magari io neanche ho mai visto e mai vedrò. 
Posso raccontare di come sei diventata un po' il cane di tutti, delle persone che ti indicavano per strada, di chi si faceva i chilometri, solo per conoscerti.
Posso raccontare le piante sradicate, gli snack costosissimi sotterrati in giardino e ritrovati, ere più tardi.
Posso raccontare i litri di bava, schivati come ninja appena ti muovevi.
Posso raccontare quanta fiducia riponevi in noi, senza mai perderci di vista un secondo.
Posso raccontare i biscotti ricevuti dai passati che mortacci vostra sapete dove mettervi le mani, e posso raccontare i tuoi occhi iniettati di sangue al solo profumo di una pizza.
Posso raccontare in quanti ti hanno amata, magari senza nemmeno averti conosciuta.
Posso raccontare l'enorme dignità con la quale hai affrontato la malattia, magari stanca morta del ricovero ma mai fragile, anche se fragile, lo eri eccome.
Posso raccontare di come ci hai salutati ieri sera, sfinita, ma le zampate che ci tiravi appena smettavamo di accarezzarti non lo dimostravano.
E posso raccontare la meravigliosa e piena vita che hai avuto, l'amore davvero immenso che ti ha circondata, ed il tuo ricordo, che mai ci lascerà.
Ma la verità cara Lia, è che semplicemente, non sono pronta a vivere in un mondo nel quale tu non ci sei.
Sei stata un grande grande cane.
E da grande cane, te ne sei dolcemente andata nel sonno risparmiandoci anche la decisione più difficile.
Ora vai, ci saranno divani, torte da rubare e morbidi cuscini da riempire di bava.
Vola alto, ma ogni tanto ti prego, torna qui da noi ancora un po'.

La mamma

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